Dal 7 al 29 ottobre 2017
MISSIONE SARGASSI 2017 – ATLANTICO
- Alto mare, Caraibi, Sargassum, Scienze
La missione “Sargassi”, condotta dalla nave Yersin tra Mindelo, Cabo Verde, e Fort-de-France, Martinica, faceva parte di un programma condotto dall’Istituto Mediterraneo di Oceanologia di Marsiglia (MIO).
Ha fatto seguito alla campagna “Sargasso Caribbean”, realizzata in precedenza tra giugno e luglio 2017 e finalizzata allo studio delle fioriture algali nell’Atlantico occidentale tropicale.
L’obiettivo di questa nuova missione: integrare le osservazioni e le misurazioni effettuate durante la prima campagna tra la Guyana francese e il Mar dei Sargassi, effettuando per la prima volta un campionamento su una rotta transatlantica.
Obiettivi
L’obiettivo della missione “Sargasso” era quello di :
- Ulteriori campionamenti di sargassum per :
- Studi completi di filogenesi e genetica di popolazione,
- Misurare i livelli di contaminanti,
- Studia le comunità batteriche associate ai pesci.
- Immersioni in acque pelagiche profonde per saperne di più sul ruolo ecologico delle zattere di sargassum che sono apparse di recente in questa parte dell’Oceano Atlantico.
- Confronto tra le misurazioni in mare e le immagini satellitari al fine di perfezionare i metodi di interpretazione delle immagini satellitari per localizzare il sargassum e prevederne gli spostamenti.
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Che cos'è il sargassum?
Il sargasso è un’alga bruna del genere Sargassum.
Solo due specie, Sargassum natans e Sargassum fluitans, vivono in mare aperto, con un ciclo strettamente pelagico.
Galleggiano in superficie, formando vaste aree sparse note come zattere.
Sono ecosistemi a sé stanti, che ospitano un’ampia gamma di specie viventi, dai batteri ai pesci.
Esistono anche altre 350 specie di sargassi bentonici, che vivono attaccati al fondale marino nelle zone costiere.
Si trovano in diverse regioni del mondo.
Proliferazioni preoccupanti
Il sargassum sta proliferando nell’Atlantico tropicale, causando dal 2011 spiaggiamenti di massa senza precedenti nelle isole delle Antille e sulle coste dell’Africa.
Questi accumuli sulle coste stanno causando gravi problemi sanitari, ecologici ed economici.
L’idrogeno solforato che deriva dalla loro decomposizione è un gas tossico per l’uomo e altamente ossidante.
Se in piccole quantità queste alghe sono benefiche per la biodiversità, non è così quando proliferano.
Per tutti questi motivi e altri ancora, è ovviamente urgente e importante scoprire perché il sargassum si sta moltiplicando a un ritmo così allarmante.
La missione transatlantica: un'opportunità rara
Le zattere di sargassum in alto mare costituiscono un ecosistema a sé stante e gli scienziati stanno cercando di capire non solo perché crescono e proliferano, ma anche gli effetti sull’alto mare.
Dato il numero esiguo e il costo delle navi adeguatamente attrezzate, le spedizioni come quella condotta da Explorations de Monaco in questa traversata transatlantica sono rare opportunità di prelevare campioni in alto mare.
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Il mistero dei Sargassi
Durante il suo viaggio verso il Nuovo Mondo, Cristoforo Colombo descrisse queste alghe marroni vicino all’arcipelago delle Bermuda, che in seguito diedero il nome al Mar dei Sargassi.
In concomitanza con i massicci spiaggiamenti osservati a partire dal 2011, le immagini satellitari hanno rivelato la nuova presenza di Sargassum nella Corrente Nord Equatoriale, formando quello che potrebbe essere definito un “nuovo Mar dei Sargassi”.
Quali sono le cause di questo fenomeno?
E quali sono le conseguenze per la vita pelagica nell’oceano?
Queste sono le due domande principali a cui il team guidato da Thomas Changeux vuole rispondere.
Posizione
Tre domande a Thomas Changeux
Esiste una soluzione al problema dei Sargassi?

Perché il sargassum è una minaccia nei Caraibi?

Sai perché le masse crescono?

Lavoro di laboratorio
Dal ritorno dalla missione, gli scienziati hanno effettuato analisi genetiche dei campioni prelevati, per identificare le tre diverse forme morfologiche di sargassum trovate durante la missione e comprendere meglio il fenomeno della moltiplicazione.
Lavoro di laboratorio di Thomas Changeux ©O.Borde Explorations de Monaco
UNA MOSTRA
È disponibile una mostra fotografica che ripercorre i momenti salienti della missione.
È composta da 12 pannelli di 110×110 cm e 8 di 110×165 cm.
Da ottobre 2019 è esposta nella sala del MOI dove gli studenti dell’Istituto possono scoprirla.
Pazzo mascherato ©Guillemain
Fou Brun ©Sandrine Ruitton
Balenottera ©Sandrine Ruitton
Osservazione di animali in mare aperto
Una traversata transatlantica ti porta a confrontarti con molti animali.
Scopri di più sulle specie incontrate dagli scienziati
Un intero ecosistema da studiare
Durante la traversata atlantica sono state allestite 18 stazioni, in cui sono stati prelevati campioni di pesce, zooplancton, sargassum, ecc. ad ogni fermata.
Queste analisi permetteranno di comprendere meglio l’ecosistema nel suo complesso e di capire se è influenzato da apporti strettamente oceanici o anche da apporti provenienti da fiumi importanti come il Rio delle Amazzoni o altri fiumi.
Ulteriori ricerche
Thomas Changeux sta ricevendo un finanziamento dall’Agenzia Nazionale di Ricerca francese (ANR) per continuare il programma e analizzare i risultati delle prime due campagne.
O.Borde
Galleria fotografica
O.Borde
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Gli otto scienziati a bordo durante la missione
- Thomas CHANGEUX, ingegnere ricercatore, IRD, capo missione – sommozzatore – campionamento di macroorganismi
- Sandrine RUITTON, docente senior, AMU, capo sommozzatore – campionamento di macro e microorganismi – filtrazione – immagini
- Natascha SCHMIDT, dottoranda, AMU – campionatura, plastica
- Sophie GUASCO, specialista in microbiologia, CNRS – campionamento di microrganismi, filtrazione
- Anouck ODY, post-doc, IRD – telerilevamento, analisi di immagini satellitari, misure spettrali
- Hubert BATAILLE, sommozzatore, IRD – fotografia, campionamento di macro e microorganismi,
- Dorian GUILLEMAIN, biologo, sommozzatore, CNRS – campionamento di macro e microorganismi
- Vincent FAUVELLE, post-doc, AMU – chimico, estrazione dei contaminanti
AMU: Università di Aix Marseille.
IRD: Istituto di Ricerca per lo Sviluppo